Bollettino informativo – Aprile 2022Bollettino n.22144 del 06/05/2022
Approfondimento normativo mensile


RIFORMA IG

Il 31 marzo la Commissione Europea ha adottato ufficialmente la sua proposta di revisione del sistema delle Indicazioni Geografiche per i prodotti agricoli, i vini e le bevande spiritose. La proposta di regolamento prevede pochi elementi positivi relativamente alla protezione e ai controlli delle IG. Alcune novità si riscontrano in relazione alla protezione sul web, impegni di sostenibilità volontari, ingredienti nei prodotti trasformati e associazioni di produttori. Nell’ambito del web, infatti, viene prevista esplicitamente la protezione contro le indicazioni false o ingannevoli comunicate sui siti web e la possibilità di revocare o trasferire all’associazione di produttori un nome di dominio registrato senza diritti o interesse legittimo nell’indicazione geografica. Emerge, inoltre, la possibilità, per l’associazione di produttori, di concordare impegni di sostenibilità da rispettare nella produzione del prodotto e da includere nel disciplinare di produzione. Tali impegni hanno lo scopo di applicare una norma di sostenibilità più rigorosa di quella prescritta dal diritto europeo e nazionale e tengono conto, inoltre, delle pratiche sostenibili esistenti utilizzate per i prodotti IG e possono fare riferimento ai sistemi di sostenibilità esistenti. In relazione agli ingredienti nei prodotti trasformati, la proposta della Commissione prescrive che l’indicazione della presenza, come ingrediente, di un prodotto designato da Indicazione Geografica, non pregiudica il diritto d’uso dell’operatore, salvo che tale uso sia conforme a pratiche commerciali di lealtà e non indebolisca, né svigorisca o danneggi la notorietà dell’IG. L’utilizzo dell’indicazione geografica come ingrediente, invece, non può essere indicato nella denominazione del prodotto, tranne nel caso in cui vi sia un accordo con un’associazione di produttori avente una rappresentatività di almeno due terzi. Per quanto attiene alle associazioni dei produttori, la proposta della CE fornisce una descrizione dettagliata sui soggetti che possono costituirle e sulle funzioni a queste demandate. Inoltre, viene posto rilievo alla differenza tra associazioni di produttori riconosciute e non, con le prime che devono rappresentare almeno i due terzi del prodotto ad Indicazione Geografica, specificando gli ulteriori poteri e responsabilità previsti rispetto alle associazioni non riconosciute. Infatti, possono fungere da collegamento con gli organismi responsabili dell’applicazione della proprietà intellettuale e della lotta alla contraffazione, avviare azioni per scongiurare o contrastare eventuali misure che siano, o rischino di essere, dannose per l’immagine del prodotto, raccomandare alle autorità nazionali norme vincolanti da adottare per la regolazione dell’offerta di prodotti IG nonché registrare un marchio contenente, tra gli elementi più importanti, un’Indicazione Geografica e limitato al prodotto conformemente al disciplinare corrispondente, anche allo scopo di proteggere l’Indicazione Geografica nei sistemi di dominio internet. Ulteriore novità della proposta di riforma è la definizione del concetto di evocazione, persistente laddove un termine, segno o altro aspetto dell’etichettatura o dell’imballaggio presenti, agli occhi di un consumatore ragionevolmente cauto, un legame diretto e chiaro con il prodotto designato da Indicazione Geografica, sfruttando, indebolendo, svigorendo o danneggiando in tal modo la notorietà del nome registrato. Infine, per quanto attiene alla possibile gestione demandata all’EUIPO, la Commissione Europea propone di delegare numerose competenze a tale Ufficio, senza però fornire dettagli su come il futuro sistema delle IG funzionerà. Infatti, la stessa Commissione si riserva il potere di adottare atti delegati per integrare le norme finalizzate ad affidare determinate competenze all’EUIPO, privando così, in un secondo momento, la possibilità di modificare tali proposte da parte del Parlamento Europeo e degli Stati membri. Il Parlamento Europeo ha designato il suo relatore, Paolo De Castro, che dovrebbe presentare il suo progetto di relazione prima dell’estate alla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. Gli emendamenti dovrebbero essere presentati per novembre 2022 mentre il voto è previsto per febbraio 2023. Il Trilogo con molta probabilità si svolgerà, invece, tra marzo e settembre 2023 per permettere un accordo tra il Parlamento e il Consiglio entro dicembre 2023, sotto la presidenza Spagnola.

UCRAINA

Divieto di esportazione di beni di lusso in Russia

Il 14 marzo, l’Unione Europea ha adottato un regolamento che stabilisce il divieto di vendere, fornire, trasferire o esportare, direttamente o indirettamente, beni di lusso in Russia. Tra questi vi rientrano alcuni prodotti alimentari quali caviale, tartufi e vini di oltre 300 euro.

Risposta alla guerra in Ucraina – Priorità alla sicurezza alimentare

La Commissione Europea, in risposta all’invito del Consiglio Europeo nella sua dichiarazione di Versailles del 10 e 11 marzo 2022, ha diffuso la sua Comunicazione sulla “Salvaguardia della sicurezza alimentare e potenziamento della resilienza dei sistemi alimentari”, presentando alcune opzioni per affrontare l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e la questione della sicurezza alimentare globale. L’attuale crisi russo-ucraina ha, infatti, destabilizzato ulteriormente i già fragili mercati agricoli, pesantemente colpiti dalla pandemia e dai cambiamenti climatici, e ha ulteriormente incrementato l’impennata dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Nella situazione odierna, l’approvvigionamento alimentare in Europa non desta preoccupazioni, in quanto l’UE è ampiamente autosufficiente per numerosi prodotti, ma l’aumento dei prezzi dei prodotti agroalimentari espone le vulnerabilità del nostro sistema alimentare, individuata nella dipendenza dalle importazioni di energia, fertilizzanti e mangimi. I maggiori rischi di approvvigionamento di cibo interessano, secondo quanto riportato nella Comunicazione, l’Ucraina, i Paesi dell’Africa, quelli Mediorientali e dei Balcani Occidentali. Per tale motivo, la Commissione ha proposto di adottare un programma di aiuti volti a fornire sostegno alimentare e assistenza umanitaria, nonché un sostegno economico. All’interno della Comunicazione, è stato affrontato il tema della crisi per l’agricoltura dell’UE con l’adozione del pacchetto di aiuti, tramite il Regolamento delegato (UE) n. 2022/467, per gli agricoltori europei, prevedendo una disponibilità del valore di 500 milioni di euro per sostenere i produttori maggiormente colpiti dal conflitto russo-ucraino, risorse attinte per la prima volta dalla riserva PAC. Gli Stati membri potranno, così, erogare un sostegno finanziario aggiuntivo agli agricoltori per fronteggiare l’aumento dei costi di produzione e le restrizioni commerciali, nonché per sostenere la sicurezza alimentare mondiale, privilegiando, inoltre, gli agricoltori che applicano pratiche sostenibili. Per sostenere il settore suinicolo, che versa in condizioni poco ottimali, l’adozione del Regolamento di applicazione (UE) n. 2022/470 prevede misure finalizzate a garantire la sicurezza sul mercato, come l’ammasso privato di carni suine, con l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio del mercato eliminando dal mercato i prodotti freschi e surgelati. Prevista, inoltre, la possibilità di concedere maggiori anticipi sui pagamenti diretti agli agricoltori e per le misure di sviluppo rurale connesse alla superficie e agli animali, oltre a determinate flessibilità temporanee in relazione ai requisiti richiesti per le importazioni di mangimi. Per tutto il 2022, infine, verrà concessa una deroga al greening sui terreni a riposo, consentendo la produzione di tutte le colture su tali terreni, fermo restando lo stesso livello del pagamento greening. La situazione odierna fa, in ogni caso, riflettere sul tema della sicurezza e, soprattutto, della sovranità alimentare, facendo emergere la possibilità di rivedere la Strategia Farm To Fork. Per garantire una sovranità alimentare, europea e nazionale, occorre rivedere le scelte politiche che negli ultimi anni hanno portato l’Unione Europea ad abbandonare alcune coltivazioni e, di conseguenza, garantire gli approvvigionamenti necessari ai produttori senza ricorrere a Paesi terzi. Sembrerebbe, quindi, fondamentale un intervento sull’aumento della capacità produttiva in relazione alle colture più necessarie.

PSN – PAC

Il 31 marzo 2022 la Commissione Europea ha inviato lettere di osservazione relative ai primi 19 piani strategici della PAC proposti, presentati da Austria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia. Secondo il parere della Commissione, le bozze dei piani variano in termini di completezza e un certo di numero di questi richiede un ulteriore completamento o, addirittura, una revisione sostanziale, per valutare in maniera completa la loro coerenza, ambizione e gli stanziamenti finanziari. Come ormai ben noto, tra gli obiettivi perseguiti dalla PAC un carattere primario è rivestito da quelli di natura ambientale e climatica. Nei piani strategici proposti dagli Stati membri viene descritta l’ambizione a perseguire tali obiettivi ma, nonostante in tutti i 19 piani sono proposti elementi rilevanti per gli obiettivi summenzionati, viene richiesto, nelle osservazioni, di mostrare una maggiore ambizione o, in alcuni casi, di chiarire tale ambizione. Tutti i piani strategici devono fare riferimento agli obiettivi della Strategia Farm to Fork e del Green Deal, tra i quali rientra almeno il 25% di coltivazioni biologiche entro il 2030. Le principali finalità rilevanti per la PAC sono stabilite anche in vari piani nazionali o regionali ma, in materia di Green Deal, gli Stati membri dovranno spiegare ulteriormente nei piani strategici come questi contribuiranno a raggiungere gli obiettivi stabiliti. Inoltre, gli Stati sono stati incoraggiati a fissare obiettivi nazionali non vincolanti, denominati valori nazionali, e indicati da pochi Paesi, tranne che per l’agricoltura biologica. Al contrario, la maggior parte degli Stati membri ha fornito almeno qualche spiegazione su come i loro piani contribuiranno a raggiungere gli obiettivi delle strategie e della legislazione europea. Tuttavia, la qualità e la quantità di tali spiegazioni variano significativamente, visto che alcuni Stati non forniscono informazioni sufficienti per permettere una corretta valutazione dei loro piani strategici. Tra questi, 14 Paesi hanno fissato valori nazionali relativi all’agricoltura biologica, mirando così ad aumentare la loro copertura di agricoltura biologica entro il 2030 di almeno il 25% rispetto al 2018, e sette Paesi addirittura a raddoppiarla. Un nuovo obbligo per gli Stati membri è quello inerente alla destinazione di almeno una parte delle risorse per i pagamenti diretti in eco-schemi, che possono finanziare una vasta gamma di pratiche rispettose dell’ambiente e del clima. La regola base prevede che almeno il 25% delle risorse per i pagamenti diretti debba essere impiegato in tali schemi, ma una percentuale minore è possibile qualora gli Stati spendano risorse, particolarmente elevate, dei loro fondi di sviluppo rurale per l’ambiente e per il clima. Soltanto tre Paesi hanno pianificato di spendere più del 25%, mentre cinque si sono fermati sulla soglia esatta del 25%. La valutazione dei piani ha rilevato, però, che un certo numero di Stati membri deve correggere i calcoli e, in alcuni casi, modificare gli interventi e gli stanziamenti per conformarsi pienamente alle regole. Agli eco-schemi si aggiungono, per perseguire i medesimi obiettivi ambientali e climatici, nove norme di buone condizioni ambientali e agricole (BCAA) che riguardano, in particolare, il cambiamento climatico, l’acqua, il suolo, la biodiversità e le caratteristiche del paesaggio. Tali standard devono essere rispettati da tutti i beneficiari dei pagamenti della PAC basati sulla superficie e sugli animali e i loro obiettivi e la loro portata sono stabiliti direttamente dall’Unione Europea. Il ruolo degli Stati membri, però, influisce significativamente sulla misura in cui ogni norma BCAA aiuta a raggiungere gli obiettivi. Anche in questo caso la situazione dei diversi piani strategici risulta variegata, con molti Stati che propongono di utilizzare versioni potenzialmente meno ambiziose. La maggior parte degli Stati membri ha proposto diversi eco-schemi, ognuno dei quali è relativamente specifico per un obiettivo. Cinque Stati hanno proposto un solo eco-schema multidimensionale che comprendono un pacchetto di “opzioni”, costituito da un mix di pratiche con vari gradi di ambizione, tra le quali gli agricoltori effettuano una scelta. Tre piani strategici hanno scelto eco-schemi a punti, che assegnano una ponderazione alle varie pratiche in base al loro probabile impatto positivo e incoraggiano gli agricoltori a selezionare le pratiche più rilevanti per le esigenze ambientale e climatiche delle loro aziende o regioni. Gli eco-schemi proposti nei piani variano significativamente nel loro livello di ambizione ambientale, sia a livello di singole pratiche sostenute, sia a livello di come le diverse opzioni lavorino insieme in schemi multidimensionali.

POLITICA DI PROMOZIONE

Fondi per la promozione nelle scuole: il 21 marzo, è stata pubblicata, nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, la dotazione finanziaria disponibile per la promozione di latte e di frutta e verdura per il periodo che va dal 1° agosto 2022 al 31 luglio 2023.

Possibile ritardo per la riforma della politica di promozione: il 1° aprile è stato organizzato un gruppo di dialogo civile sulla qualità e la promozione. La discussione principale si è concentrata sulla revisione della politica di promozione, che potrebbe essere posticipata da giugno alla fine dell’anno, sulla stesura del Programma di Lavoro Annuale della Commissione Europea per la Promozione per il 2023, all’interno della quale sono stati oggetto di attacco i prodotti di qualità e si è discusso sulla situazione della guerra in Ucraina, e, infine, sulla riforma delle IG.

AMBIENTE

Valutazione del programma LIFE 2014-2020

Il 16 marzo, la Commissione Europea ha lanciato un invito alla consultazione per valutare il Programma LIFE 2014-2020 sulla protezione dell’ambiente. La valutazione avrà il compito di analizzare il funzionamento del programma secondo le previsioni e il grado di realizzazione del programma.

Agricoltura biologica

Il 31 marzo, i membri della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo hanno chiesto un aiuto supplementare della PAC per incoraggiare gli agricoltori alla conversione all’agricoltura biologica. La Commissione ha adottato con 45 voti a favore, nessun contrario o astenuto, il progetto di relazione di Simone Schmiedtbauer (PPE Austria) che, pur sostenendo lo sviluppo dell’agricoltura biologica, non menziona esplicitamente l’obiettivo del 25% dei terreni in produzione biologica entro il 2030. Il riferimento al raggiungimento del 25% può ancora essere aggiunto tramite un emendamento nella votazione plenaria prevista per maggio. La relazione sottolinea che la quota di terreni agricoli in agricoltura biologica varia notevolmente tra gli Stati membri e che non esiste un unico modello agricolo adatto a tutti i Paesi e le regioni. Pertanto, all’interno della stessa è stata richiesto che gli Stati membri sostengano e incoraggino la Commissione Europea a definire le proprie strategie nazionali o regionali per l’agricoltura biologica e che qualsiasi legislazione sul biologico debba offrire maggiore flessibilità. Il testo chiede, inoltre, un sostegno diretto sufficiente per gli agricoltori, poiché la produzione biologica spesso comporta costi di produzione più elevati. La Commissione Agricoltura ribadisce, altresì, che lo sviluppo e la crescita del biologico devono essere guidati dal mercato e accompagnati da sviluppi olistici della catena di approvvigionamento e misure politiche per stimolare l’offerta e la domanda di alimenti bio. Invita pertanto la Commissione ad individuare strumenti che consentano agli Stati membri di incoraggiare le catene di vendita al dettaglio a promuovere il consumo di prodotti biologici. Sul tema frodi e proliferazione di certificazioni private, i membri richiedono l’istituzione di un sistema europeo armonizzato per la certificazione dei fattori produttivi per l’agricoltura biologica. Una parte della relazione è dedicata anche alla fertilità del suolo, nella quale si incoraggia un approccio scientifico e innovazioni su nuove fonti di nutrienti vegetali, la semplificazione delle procedure di autorizzazione per prodotti fitosanitari alternativi e la garanzia di adeguate risorse stanziate per la ricerca sulle sementi biologiche. La risoluzione sul piano d’azione dell’UE per l’agricoltura biologica deve ora essere votata dalla plenaria del Parlamento, probabilmente durante la sessione di maggio.

Uso sostenibile dei pesticidi

Il 31 marzo, il Commissario per la Salute Stella Kyriakides ha annunciato ai membri della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo che la proposta di revisione delle regole sull’uso sostenibile dei pesticidi, la cui adozione era prevista per marzo, è stata rinviata a giugno.

REPowerEU – sostegno alla produzione di biometano

L’8 marzo, la Commissione ha presentato la sua comunicazione su un’energia più accessibile, sicura e sostenibile. Essa delinea il suo piano “REPowerEU”, il cui obiettivo è quello di rendersi indipendente dal gas russo in un anno. Per diversificare l’approvvigionamento energetico, l’esecutivo europeo mira a raddoppiare la produzione di biometano, con un obiettivo di 35 miliardi di m³ entro il 2030, utilizzando la PAC. Lo sviluppo delle energie rinnovabili dovrebbe anche essere accelerato e gli aiuti di stato potrebbero essere utilizzati per sostenere gli agricoltori, in particolare per far fronte all’aumento del costo dei fertilizzanti.

Programma d’azione ambientale UE

Il 9 marzo, il Parlamento Europeo ha convalidato l’accordo raggiunto con il Consiglio dei ministri, a dicembre 2021, sui principali obiettivi ambientali dell’UE per il prossimo decennio. Il Programma mira a porre fine ai sussidi all’energia dannosa per l’ambiente in generale e, in particolare, per i combustibili fossili. L’ottavo Programma di azione per l’ambiente (PAA) stabilirà un quadro per lo sviluppo generale della politica ambientale dell’UE e guiderà il processo decisionale attraverso la definizione delle priorità e degli obiettivi per il periodo 2021-2030. Lo scopo è di realizzare la visione dell’UE per il 2050, consistente nel “vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”. Per tale motivo, il Programma è volto ad accelerare la transizione dell’UE verso un’economia climaticamente neutra, efficiente sotto il profilo delle risorse, pulita e circolare, in un modo equo e incisivo, sostenendo pienamente gli obiettivi in materia di ambiente e di clima del Green Deal.

SVILUPPO TERRITORIALE

Il 17 marzo, la Commissione Europea ha pubblicato uno studio sullo sviluppo territoriale del Programma Europeo LEADER, che mira a coinvolgere gli attori locali delle zone rurali nello sviluppo delle loro regioni, formando gruppi di azione locali nonché progettando e attuando varie strategie. Lo studio ha concluso che il Programma LEADER ha sviluppato soluzioni efficaci per le sfide e le opportunità di sviluppo economico e sociale a livello locale.

TUTELA IG

Caso Feta-Danimarca

L’Avvocato generale della Corte di giustizia ha presentato le proprie conclusioni sul caso Feta a seguito della procedura d’infrazione instaurata dalla Commissione contro la Danimarca, sostenuta dalla Grecia e da Cipro. L’avvocato generale Tamara Ćapeta ha ritenuto che la Danimarca non abbia impedito o fermato l’uso della denominazione “Feta” per il formaggio prodotto in Danimarca e destinato all’esportazione verso Paesi terzi. Di conseguenza, sostiene che le disposizioni del Reg. 1151/2012 coprano anche le esportazioni verso Paesi terzi e che, nonostante tale interpretazione potrebbe rappresentare un ostacolo al commercio, il divieto di esportare può essere giustificato da ragioni basate sulla protezione dei diritti di proprietà intellettuale. L’obiettivo dei prodotti a denominazione, infatti, è quello di garantire una leale concorrenza tra i loro produttori e, il principio del libero scambio è bilanciato da un’interpretazione che considera altri interessi non economici, che confluiscono nella percezione di una buona qualità della vita per i cittadini europei. Inoltre, l’Avvocato generale ha ricordato come il regolamento in materia sia stato adottato su una duplice base giuridica (art. 43, p.2 e art. 118 TFUE) che sottende, in tal modo, l’idea di migliorare la situazione dei produttori agricoli europei attraverso la tutela della proprietà intellettuale per prodotti ottenuti con metodi tradizionali. Esistono, altresì, varie azioni dell’UE che garantiscono la credibilità e la coerenza delle politiche europee volte a proteggere i prodotti la cui qualità può essere riconosciuta sulla base del loro collegamento ad una determinata zona geografica. Di conseguenza, l’interpretazione del Reg. 1151/2012 nel senso che vieta le esportazioni di prodotti che utilizzano illegittimamente denominazioni registrate anche verso Paesi terzi in cui tale protezione non è offerta, risulta essere l’interpretazione che riflette le volontà del legislatore. Infine, l’Avvocato generale non ritiene che la Danimarca abbia violato il suo dovere di leale collaborazione, in quanto una comprensione del diritto differente da quella della Commissione non costituisce, di per sé, una violazione di tale principio da parte dello Stato interessato. Le conclusioni dell’Avvocato generale non sono vincolanti per la Corte di Giustizia, ma nella maggior parte dei casi sono confermate dalla Corte stessa, la quale deciderà nei prossimi mesi.

COMMERCIO

Accordo sullo Strumento per gli appalti pubblici internazionali

Il 14 marzo, il Consiglio dell’UE e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo sullo Strumento per gli appalti pubblici internazionali (IPI), che permetterà alla Commissione Europea di vietare l’accesso agli appalti nell’Unione Europea alle aziende straniere provenienti da un Paese che applica restrizioni alle imprese europee. Di natura soltanto provvisoria in questa fase, l’Accordo deve ancora essere convalidato dagli Ambasciatori dei 27 Stati membri.

CONSULTAZIONI PUBBLICHE

Nutrienti – Piano d’azione per una migliore gestione

La Commissione ha aperto una consultazione al fine di elaborare un Piano d’azione per la gestione integrata dei nutrienti, in modo da fornire un contributo alla riduzione di almeno il 50% delle perdite di nutrienti, evitando al tempo stesso di peggiorare la fertilità dei suoli. Fino al 26 aprile 2022 è possibile inviare commenti e, successivamente, si aprirà la fase di consultazione pubblica. L’obiettivo, in linea con il Green Deal, il Piano d’azione per l’economia circolare, la Strategia sulla biodiversità e la Strategia Farm to Fork, è contrastare l’inquinamento dei nutrienti, quali azoto e fosforo, in tutti i comparti ambientali e per tutte le fonti di inquinamento pertinenti, comportando a tal fine una riduzione dell’uso di fertilizzanti di almeno il 20%. Verrà affrontato nel Piano l’inquinamento dei nutrienti alla fonte, aumentando la sostenibilità dell’agricoltura e di altri settori e stimolando i mercati dei nutrienti recuperati o riciclati.

Olio di oliva

Norme di commercializzazione: l’11 marzo la Commissione Europea ha lanciato una consultazione pubblica su un progetto di legge sulle modifiche alle norme di commercializzazione dell’olio di oliva. L’iniziativa mira ad allineare al Trattato di Lisbona la normativa vigente sui requisiti che l’olio di oliva deve soddisfare per poter essere venduto nell’UE. L’iniziativa, inoltre, abolirà le norme obsolete e renderà più chiare le altre.

Aggiornamento dei metodi di analisi: l’11 marzo la Commissione Europea ha aperto una consultazione pubblica su un progetto in atto sull’aggiornamento dei metodi di analisi dell’olio di oliva. L’obiettivo della proposta è di aggiornare i metodi utilizzati per verificare le proprietà in questione, sulla base degli ultimi sviluppi scientifici.

 Fuga di cervelli – Comunicazione sull’attenuazione delle sfide associate al declino demografico: il 29 marzo, la Commissione Europea ha pubblicato un invito a presentare prove sull’attenuazione delle sfide associate al declino della popolazione causato dalla fuga dei cervelli. Tale iniziativa esaminerà i diversi fattori alla base di codesta fuga, le sue conseguenze a lungo termine per l’UE e le possibili soluzioni globali per fermarla o addirittura invertirla. Il periodo di feedback è aperto fino al 21 giugno 2022.

PUBBLICAZIONI IG

 Italia:

Approvazione di una modifica non minore al disciplinare del formaggio DOP “Raschera”

Richiesta di una modifica non minore al disciplinare della DOP “Prosciutto di San Daniele”

Spagna:

Richiesta di registrazione della DOP “Queso de Acehúche”

Richiesta di una modifica non minore al disciplinare della IGP “Pimento De Gernika’/’Gernikako Piperra”

Croazia

Registrazione della IGP “Zagorski štrukli”/”Zagorski štruklji”

Registrazione della DOP “Zagorski bagremov med”

Ungheria

Richiesta di registrazione della IGP “Derecske alma”

Repubblica Ceca

Richiesta di una modifica non minore al disciplinare della IGP “Valašský frgál”

Cipro

Concessione di un periodo transitorio per l’uso della IGP “Λουκάνικο Πιτσιλιάς” (Loukaniko Pitsilias)

Richiesta di registrazione della IGP “Μακαρόνια της Σμίλας / Makaronia tis Smilas / Μακαρόνια του Σκλινιτζιού / Makaronia tou Sklinitziou”

IG EXTRA UE

Camerun

Registrazione della IGP “Poivre de Penja”

REGISTRAZIONE INTERNAZIONALE

Il 1° aprile, un elenco di IG protette ai sensi del Regolamento (UE) n. 1151/2012 da depositare come domanda di registrazione internazionale, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. La registrazione internazionale è possibile in base all’Atto di Ginevra dell’Accordo di Lisbona sulle Denominazioni d’Origine e le Indicazioni Geografiche. I prodotti presenti nella lista saranno protetti nei territori dei Paesi firmatari dell’Atto di Ginevra, al momento 30 tra cui l’Unione Europea e diversi Stati membri, e, tra i prodotti italiani, è presente la Finocchiona IGP. L’Atto di Ginevra, firmato nel 2015, permette di proteggere non solo le Denominazioni d’Origine, oggetto di tutela già nell’Accordo di Lisbona, ma anche le Indicazioni Geografiche, consentendo la loro registrazione attraverso un’unica procedura presso la WIPO e la relativa protezione giuridica in tutti gli Stati firmatari. Ulteriore novità del nuovo sistema riguarda la possibilità per le organizzazioni internazionali, come l’Unione Europea, di aderirvi e diventare così parti contraenti. I firmatari del Sistema di Lisbona garantiscono, all’interno del proprio ordinamento, la presenza di mezzi legali idonei ad offrire tutela e protezione delle DOP e IGP e, al contempo, usufruiscono della possibilità di ottenere tale protezione con un’unica registrazione e con il pagamento di un’unica tassa.

DA LEGGERE

FAO – Indice dei prezzi in notevole aumento a marzo: i prezzi mondiali delle materie prime alimentari hanno avuto un balzo significativo nel mese di marzo, raggiungendo i livelli più alti di sempre, poiché la guerra nella regione del Mar Nero ha provocato shock sui mercati dei cereali di base e degli oli vegetali. L’Indice dei prezzi alimentari della FAO ha registrato in marzo una media di 159,3 punti, un aumento del 12,6 per cento rispetto a febbraio, quando aveva già raggiunto il livello più alto dalla sua creazione nel 1990. L’indice segue i cambiamenti mensili dei prezzi internazionali di un paniere di prodotti alimentari comunemente scambiati. L’ultimo livello dell’indice è stato del 33,6 per cento superiore a quello del marzo 2021. https://www.fao.org/worldfoodsituation/foodpricesindex/en/

Il sistema di approvvigionamento alimentare di Israele: analisi del settore agroalimentare israeliano e della forte dipendenza dalle importazioni. A causa delle sue limitate terre coltivabili e risorse idriche, la catena di approvvigionamento alimentare di Israele è cruciale per la disponibilità stabile di cibo. A causa della sua situazione geopolitica unica, Israele si affida principalmente al mare per le spedizioni. https://apps.fas.usda.gov/newgainapi/api/Report/DownloadReportByFileName?fileName=Israeli%20Food%20Supply%20Chain_Tel%20Aviv_Israel_IS2022-0004.pdf

India – effetto della guerra in Ucraina sul commercio agroalimentare: anche per l’India la guerra ha determinato pesanti ricadute per cereali, semi oleosi, fertilizzanti. Circa 380.000 tonnellate di olio di girasole destinate all’India dalla regione del Mar Nero sono bloccate nei porti ed i nuovi acquisti sono sospesi. L’India è il più grande mercato per l’olio di girasole dell’Ucraina, che nel 2021 ha esportato 1,9 miliardi di dollari in India (su 5,69 miliardi di dollari in totale). Questo potrà comportare un aumento delle esportazioni di olio di soia di origine statunitense verso l’India che, a sua volta, potrebbe avere maggiori prospettive di esportazione di grano e mais verso altri paesi della regione. https://apps.fas.usda.gov/newgainapi/api/Report/DownloadReportByFileName?fileName=Russian%20Invasion%20of%20Ukraine%20-%20Agricultural%20Trade%20Impact%20on%20India%20_New%20Delhi_India_IN2022-0020.pdf

USA – politiche commerciali riguardo la Cina: i membri sia della Camera che del Senato USA hanno individuato un urgente bisogno di adottare un’offensiva di politica commerciale nella regione dell’Indo-Pacifico per mantenere la leadership nella definizione di standard e norme internazionali, e di un aggiornamento degli strumenti per affrontare le pratiche commerciali sleali della Cina. Le iniziative del Congresso hanno coinciso con i dibattiti nel Parlamento Europeo sulla strategia UE per la regione dell’Indo-Pacifico.  https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/ATAG/2022/729290/EPRS_ATA(2022)729290_EN.pdf

Corea del Sud – richiesta dei consumatori di elementi di sostenibilità nei prodotti: un numero crescente di consumatori Coreani pone sempre più attenzione alla sostenibilità nei prodotti agroalimentari. Questi, sono influenzati notevolmente da tale fattore nelle scelte di acquisto, considerato spesso come il più importante, e sono disposti a pagare un prezzo maggiore per i prodotti sostenibili. Tale tendenza sta comportando un’espansione delle imprese coreane che riconoscono priorità alla gestione sostenibile, anche in risposta all’attuazione, da parte del governo coreano, del Piano Carbon Neutrality entro il 2050 e l’obiettivo di riduzione dei gas serra entro il 2030.

https://apps.fas.usda.gov/newgainapi/api/Report/DownloadReportByFileName?fileName=Sustainability%20Efforts%20and%20Trends%20in%20the%20Korean%20Food%20Market_Seoul%20ATO_Korea%20-%20Republic%20of_KS2022-0012.pdf