Bollettino Informativo – Settembre 2022Bollettino n.22233 del 21/10/2022
Approfondimento normativo mensile


RIFORMA IG

Parlamento

Il Relatore della Riforma De Castro ha presentato il documento di lavoro ai membri della ComAGRI

Il 29 settembre, il Relatore della Riforma On. Paolo De Castro ha presentato alla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo il suo documento di lavoro, sottolineando come la proposta della Commissione offra la possibilità di creare per la prima volta un vero testo unico europeo sulle produzioni di qualità, in grado di garantire un maggiore allineamento e una maggiore chiarezza tra tutti i settori, pur salvaguardo le specificità dei vari comparti. Al fine di migliorare e ampliare il testo della proposta della Commissione, rafforzando un sistema senza eguali nel mondo e capace di creare valore senza investire fondi pubblici, nel documento presentato sono stati individuati 4 pilastri su cui incardinare il lavoro della Commissione Agricoltura: rafforzare il ruolo dei gruppi di produttori, maggiore protezione, semplificazione del ruolo dell’EUIPO e sostenibilità. In relazione ai gruppi di produttori, il documento evidenzia come questi siano il vero motore di sviluppo del sistema e l’importanza che siano riservati ai soli produttori e operatori coinvolti nella fase produttiva. Dal documento emerge anche la possibilità, per i gruppi di produttori riconosciuti, di godere di ulteriori prerogative come la possibilità di introdurre un sistema di contributi obbligatori erga omnes, che preveda in capo a tutti i produttori di sostenere i costi del gruppo relativi allo svolgimento delle attività espressamente previste dal regolamento. Sul tema protezione, il documento richiede di chiarire come ogni nuova definizione di evocazione rappresenti esclusivamente una base minima, e che quindi non limiti la possibilità della Corte di Giustizia Europea di ampliarne l’interpretazione. Richiesta, inoltre, la protezione online ex-officio e il divieto di utilizzare il nome di una IG usata come ingrediente nella denominazione del prodotto trasformato, salvo il caso di un’autorizzazione da parte del gruppo di produttori. Richiamata anche la necessità di definire tempi certi per semplificare l’iter di registrazione e la modifica dei disciplinari di produzione. A tal fine, è stato individuato in 5 mesi, estendibile di ulteriore 3 mesi, il tempo massimo di scrutinio della Commissione. Contemporaneamente, la competenza della Commissione dovrebbe essere limitata alle sole modifiche che prevedono restrizioni alla commercializzazione di prodotti IG, delegando gli Stati membri alla gestione delle altre domande di modifica, nel rispetto dei tempi menzionati. In tal modo verrebbe evitato il doppio passaggio oggi presente, capace di rallentare notevolmente tutte le procedure di modifica di un disciplinare, riducendo di conseguenza i dossier analizzati a livello europeo. Proprio per quest’ultimo motivo, il relatore ritiene inutile il ruolo dell’EUIPO nello scrutinio delle domande di registrazione o modifica, oltre alla mancanza di possesso di competenze agricole e relative allo sviluppo rurale, a differenza della DG AGRI. Al contrario, il ruolo dell’Ufficio potrebbe essere importante per la tutela e la promozione delle IG, oltre alla repressione delle imitazioni, in special modo per quanto attiene ai domini di livello europeo e lo sviluppo di un alert system, nonché per i casi di conflitto con i marchi e di genericità, lo sviluppo di un registro europeo delle IG e le procedure di cancellazione delle stesse, che dovrebbero diventare automatiche qualora non venga commercializzato alcun prodotto per un determinato periodo di tempo. In merito all’ultimo punto, quello relativo alla sostenibilità, il documento presentato da De Castro sottolinea come la natura stessa delle IG confermi che questi siano prodotti sostenibili di per sé. Per comunicare gli impegni assunti volontariamente dalle denominazioni, secondo il Relatore risulta fondamentale predisporre, da parte dei gruppi, un documento ad hoc che porti a conoscenza gli impegni che i produttori già svolgono in relazione alla sostenibilità ambientale, sociale, economica e di benessere animale. Tale documento dovrebbe essere indipendente dal disciplinare di produzione e pubblicato sul portale europeo, in modo da garantire ai consumatori la possibilità di conoscere tutti gli aspetti dell’Indicazione Geografica. Infine, criticata la proposta della Commissione di definire la sostenibilità e i relativi criteri attraverso atti delegati, in quanto non tutelerebbe le specificità delle singole filiere.

SICUREZZA ALIMENTARE

Commissione

Pubblicato il Regolamento della Commissione sulle prescrizioni per l’importazione di animali e prodotti di origine animale (Commissione)

La Commissione Europea ha pubblicato, il 6 settembre, un atto delegato che integra il Regolamento (UE) 2017/625 per quanto riguarda le prescrizioni per l’ingresso nell’Unione di partite di animali destinati alla produzione di alimenti e di determinate merci destinate al consumo umano. Il nuovo atto normativo stabilisce condizioni supplementari per l’ingresso nell’Unione di animali e merci al fine di garantire che, al momento dei controlli sugli animali destinati alla produzione di alimenti e sui prodotti di origine animale provenienti da paesi terzi e destinati all’ingresso nell’Unione, tali animali e prodotti di origine animale siano conformi a restrizioni e prescrizioni almeno equivalenti alle restrizioni sull’uso di medicinali veterinari stabilite dalla legislazione dell’Unione e alle prescrizioni in materia di contaminanti, residui di medicinali veterinari e antiparassitari negli animali. Perciò, potranno essere importati nell’Unione Europea animali e prodotti di origine animale soltanto nel caso in cui provengano da un Paese che preveda requisiti almeno equivalenti a quelli applicabili nel territorio comunitario. Vengono così racchiuse in un unico regolamento delegato le restrizioni sull’uso dei medicinali veterinari e le prescrizioni in materia di contaminanti e residui di medicinali veterinari e antiparassitari, conformemente all’articolo 126, paragrafo 1 del Regolamento 2017/625, con le prescrizioni del Regolamento delegato (UE) 2019/625, che dovrà essere abrogato. Il testo, non ancora in vigore, sarà sottoposto alla valutazione del Consiglio dell’Unione Europea e del Parlamento Europeo, i quali potranno, nei prossimi mesi, approvarlo o respingerlo ma non modificarlo. In caso di accordo tra gli Organi dell’Unione Europea, il testo della Commissione potrebbe essere adottato ed entrare in vigore a novembre.

COMMERCIO

Consiglio

Adottata la Proposta di Decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare in sede di comitato per il commercio dell’accordo UE-Repubblica di Corea

Il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato una Proposta di Decisione relativa alla posizione da adottare a nome dell’Unione Europea in sede di Comitato per il commercio dell’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e i suoi Stati membri da una parte, e la Repubblica di Corea dall’altra, per quanto riguarda la modifica degli allegati 10-A e 10-B dell’accordo. Il contesto della proposta rientra nel primo accordo commerciale di nuova generazione dell’Unione Europea nonché il primo concluso con un Paese asiatico. L’accordo è stato applicato in via provvisoria dal 1° luglio 2011 ed è entrato in vigore il 13 dicembre 2015. Il Comitato per il commercio, invece, è stato istituito per poter esaminare le possibili modifiche dell’accordo o modificarne le disposizioni nei casi in esso espressamente previsti. Per quanto attiene alle Indicazioni Geografiche, le norme ad esse relative sono stabilite nel testo agli articoli da 10.18 a 10.26 e, proprio a norma dell’art. 10.24, i due contraenti convengono di aggiungere Indicazioni Geografiche soggette a protezione. In particolare, la Proposta prevede una modifica degli allegati sopraccitati tramite l’aggiunta di alcune Indicazioni Geografiche, europee e coreane, la soppressione di altre dall’elenco e la sostituzione di Indicazioni Geografiche che hanno subito modifiche della denominazione. La protezione è stata richiesta dal Consiglio per ulteriori 27 Indicazioni Geografiche agroalimentari, di cui 7 italiane, consistenti in Aceto Balsamico di Modena, Bresaola della Valtellina, Kiwi Latina, Mela Alto Adige / Südtiroler Apfel, Olio di oliva Toscano, Pecorino Toscano e Salamini italiani alla cacciatora. La richiesta di protezione riguarda, inoltre, 40 Indicazioni Geografiche coreane del comparto food da proteggere all’interno dell’Unione Europea. Protezione richiesta anche per 11 denominazioni di vini europei, tra i quali il Prosecco, e 6 bevande spiritose prodotte nell’UE. La soppressione è stata richiesta, invece, per tre IG europee, tra le quali lo “Scotch Whisky”, e quattro coreane. Infine, è prevista la sostituzione per alcune Indicazioni Geografiche che hanno subito modifiche della denominazione, quali il Prosciutto di San Daniele, Jamón de Teruel / Paleta de Teruel, Jabugo e l’Huile essentielle de lavande de Haute-Provence / Essence de lavande de Haute-Provence. La lista delle nuove IG italiane protette in Corea si andrà così ad aggiungere alle altre già oggetto di protezione: Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Cotechino Modena, Zampone Modena, Mortadella Bologna, Prosciutto di Parma, Prosciutto di San Daniele (modificato), Prosciutto Toscano, Provolone Valpadana, Taleggio, Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano. La decisione entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo alla data in cui le parti si saranno scambiate notifiche scritte per via diplomatica, con le quali certificano di aver espletato i rispettivi obblighi e adempimenti di legge necessari per l’entrata in vigore della decisione.

Ripresa delle esportazioni di suini e pollame nella Repubblica di Corea (Commissione)

Grazie ad un intenso impegno ad alto livello tra la Commissione Europea e la Repubblica di Corea e una valutazione approfondita delle misure di controllo europee, dal 5 settembre i Paesi dell’Unione Europea possono esportare più facilmente carne suina e pollame nel Paese asiatico. Infatti, il Ministero coreano dell’Agricoltura, dell’Alimentazione e degli Affari Rurali (MAFRA) ha deciso di eliminare l’ostacolo agli scambi di lunga data relativi alle esportazioni europee di prodotti a base di carne suina e di pollame. Tale decisione, che potrebbe sbloccare nei prossimi anni scambi commerciali per un valore di oltre 1 miliardo di euro, è stata presa in seguito al riconoscimento, da parte delle autorità coreane, delle rigorose misure del sistema di regionalizzazione dell’Unione Europea per controllare i focolai di peste suina africana e di influenza aviaria ad alta patogenicità. Beneficeranno della decisione presa gli 11 Paesi dell’UE autorizzati a esportare pollame e prodotti a base di pollame nella Repubblica di Corea, ossia Germania, Polonia, Ungheria, Belgio, Francia, Finlandia, Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Lituania, nonché i 14 Stati membri autorizzati a esportare prodotti a base di carne suina, quali Germania, Polonia, Ungheria, Belgio, Francia, Finlandia, Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Slovacchia, Austria, Irlanda e Portogallo. Il riconoscimento delle misure di regionalizzazione dell’UE, che si riflettono nella revisione dei requisiti sanitari per le importazioni, consentirà quindi di continuare le esportazioni dalle zone degli Stati membri dell’Unione Europea indenni da malattia, senza l’imposizione di alcun divieto a livello nazionale qualora si verificassero tali malattie animali.

ETICHETTATURA

 Nutri-score: SAFE lancia la Campagna “Towards better FOPNL for consumers”

La Safe Food Advocacy Europe ha lanciato la campagna “Towards better FOPNL for consumers” per aumentare la consapevolezza sull’attuale mancanza di efficacia dell’etichettatura nutrizionale front of packaging più utilizzata in Europa, il Nutri-score. Vista la possibilità che la Commissione scelga tale sistema al fine di introdurre un’etichettatura nutrizionale armonizzata, SAFE sta promuovendo l’adozione di un sistema migliore per proteggere i consumatori europei, in quanto da tale scelta potrebbero insorgere diversi problemi e preoccupazioni per la salute pubblica. Infatti, l’Associazione che riunisce organizzazioni di consumatori, associazioni vegane e vegetariane, centri di ricerca e università di oltre 14 Paesi europei ha condotto un rapporto che ha analizzato le carenze dell’algoritmo Nutri-score e le informazioni fuorvianti che fornisce ai consumatori, confrontando, inoltre, tale etichetta con altri modelli esistenti. Sulla base delle prove scientifiche fornite nel suo rapporto, ha dimostrato che lo strumento di etichettatura a semaforo è inefficace nel distinguere i prodotti sani da quelli malsani in quanto si basa su criteri incompleti ed eccessivamente semplicistici, non informando adeguatamente i consumatori sulle loro scelte. Il rapporto ha evidenziato, altresì, che il Nutri-score non soddisfa alcuni requisiti obbligatori e fondamentali stabiliti dal Regolamento (UE) 1169/2011 sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, poiché andrebbe contro i principi base di tale regolamento, basato sulla protezione dei consumatori e su un’alimentazione più sana.

Nutriscore – Risultati di quattro studi scientifici relativi alle informazioni sugli alimenti

La Commissione Europea utilizzerà i risultati degli studi pubblicati dal Centro comune di ricerca (JRC) come contributo per la revisione della normativa sulle informazioni fornite ai consumatori, nell’ambito della Strategia Farm To Fork. Il Centro di ricerca ha condotto quattro studi scientifici volti a sintetizzare le attuali prove sull’etichettatura nutrizionale, l’etichettatura sull’origine e sulle informazioni “front of pack” attraverso mezzi differenti dall’etichetta. Per quanto riguarda l’etichettatura nutrizionale front of pack, ad oggi utilizzabile su base volontaria e ritenuta uno strumento che supporta la prevenzione di malattie legate alla dieta e alimentazione, lo studio del CCR ha dimostrato diversi aspetti del suo impatto. Infatti, è emerso che i consumatori apprezzano le etichette nutrizionali poste sulla parte anteriore della confezione come un modo semplice e veloce per acquisire informazioni nutrizionali al momento della scelta di acquisto e che quelle meno complesse richiedono minore attenzione e tempo per l’elaborazione. Inoltre, i consumatori sembrerebbero preferire etichette semplici, colorate e valutative e l’adozione di etichette nutrizionali front of pack incentiverebbe le imprese alimentari a migliorare la qualità nutrizionale dei prodotti, riducendo alcune componenti come il sale o gli zuccheri aggiunti. Sul tema delle informazioni sugli alimenti attraverso mezzi differenti dalle etichette, come le etichette dei menù, lo studio condotto ha evidenziato l’efficacia di questi nell’influenzare i consumatori verso comportamenti sani rispetto ai mezzi che richiedono strumenti esterni per accedere alle informazioni. Infine, la parte dello studio dedicata all’etichettatura di origine ha evidenziato quanto le informazioni sul paese o luogo di origine influenzino il consumatore nelle scelte di acquisto, attribuendoli importanza perché ritenute rilevanti in termini di qualità del prodotto e rispetto dell’ambiente. Tuttavia, i consumatori, che amano sostenere gli agricoltori locali, manifestano la difficoltà di porre attenzione sulle informazioni di origine poiché penalizzati da altri fattori, quali il tempo di lettura o l’attrattiva dei marchi.

 POLITICA AGRICOLA COMUNE

Commissione

Approvati i Piani Strategici di diversi Stati dell’Unione Europea

Il 31 agosto la Commissione Europea ha approvato, in attuazione della nuova Politica Agricola Comune, i Piani Strategici di sette Paesi: Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Polonia, Portogallo e Spagna. Si ricorda che la nuova PAC è concepita per plasmare la transizione verso un settore agricolo sostenibile, resiliente e moderno. In tale ambito, i finanziamenti saranno distribuiti più equamente alle piccole e medie aziende agricole a conduzione familiare e ai giovani agricoltori. Inoltre, saranno sostenuti gli investimenti degli agricoltori volti ad attuare soluzioni innovative, come l’agricoltura di precisione e i metodi di produzione agroecologici. Nell’elaborare il proprio Piano Strategico, ciascun Paese ha scelto tra un’ampia gamma di interventi, adattandoli e indirizzandoli in modo da rispondere alle proprie esigenze e condizioni locali. La Commissione, invece, ha verificato che ciascun Piano convergesse verso i dieci obiettivi chiave della PAC, inerenti alle sfide ambientali, sociali ed economiche. Pertanto, i Piani saranno in linea con la legislazione europea e gli obiettivi climatici e ambientali, nonché di benessere degli animali. I sette Piani approvati rappresentano un bilancio di oltre 120 miliardi di euro, di cui oltre 34 miliardi destinati agli obiettivi climatici e ambientali e ai regimi ecologici. Successivamente, il 13 settembre, sono stati approvati anche i Piani di Austria e Lussemburgo, che rappresentano un finanziamento totale di oltre 9 miliardi di euro. L’Austria utilizzerà oltre il 60% delle risorse finanziarie per lo sviluppo rurale, attraverso diversi investimenti che rafforzeranno le infrastrutture rurali e contribuiranno a contrastare lo spopolamento delle zone rurali, incentivando il ricambio generazionale. Un obiettivo chiave del Piano Strategico austriaco è quello inerente ad una distribuzione maggiormente equa dei pagamenti diretti, sostenendo le aziende più piccole mediante il cosiddetto pagamento ridistributivo, con l’erogazione, inoltre, di un sostegno speciale al reddito per i primi 40 ettari. Il limite massimo per il sostegno al reddito di base è stato fissato a 100mila euro, contribuendo in tal modo a una distribuzione più equa dei pagamenti diretti. Le organizzazioni di produttori saranno invece sostenute attraverso i regimi di qualità o il sostegno alle filiere corte e locali. Per quanto riguarda le buone condizioni agricoli e ambientali (BCAA), gli agricoltori austriaci dovranno soddisfare queste condizioni affinché possano beneficiare dell’intero sostegno al reddito, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra prodotte dall’agricoltura. Il 60% del budget per lo sviluppo rurale viene speso dall’Austria per obiettivi ambientali e su oltre il 20% della superficie agricola sono state adottate pratiche quali la conservazione della natura o lo sfalcio dei prati di montagna e oltre il 56% della superficie agricola sarà, inoltre, coltivato per proteggere la qualità dell’acqua. L’Austria, che presenta già una delle quote più alte dell’Unione Europea, mira a raggiungere il 30% della superficie agricola di produzione biologica e oltre il 7% dei terreni agricoli aventi elementi paesaggistici che migliorano la biodiversità, come alberi da frutta, cespugli o fasce fiorite. La PAC contribuirà anche alla creazione di 11mila posti di lavoro attraverso il sostegno a più di 1800 aziende rurali, con un’attenzione rivolta altresì alle infrastrutture turistiche e ai servizi sociali. Attenzione rivolta anche al benessere animale negli allevamenti, introducendo interventi per sostenerlo e migliorarlo per il 40% delle unità di bestiame.

 

Commissione

Stabilite norme chiare per monitoraggio e valutazione attuazione PSN

La Commissione Europea ha adottato il Regolamento di esecuzione (UE) 2022/1475 che reca norme dettagliate di applicazione per quanto riguarda la valutazione dei piani strategici della PAC e la fornitura di informazioni per il monitoraggio e la valutazione. Il nuovo quadro di valutazione stabilito si basa sull’esperienza esistente e fornisce una comprensione comune dei concetti e degli elementi chiave per il monitoraggio e la valutazione dell’attuazione dei piani strategici. Al momento di valutare i loro piani, gli Stati membri dovranno definire le questioni inerenti alla valutazione e i fattori di successo per verificare i criteri di valutazione dell’efficacia, dell’efficienza, della rilevanza, della coerenza, del valore aggiunto a livello dell’Unione. I fattori di successo sono volti a valutare il conseguimento degli obiettivi della PAC, quali, ad esempio, la diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra, la stabilità o l’aumento del reddito agricolo, il miglioramento dei nutrienti sui terreni agricoli o la crescita delle imprese rurali. Tali benefici dovranno, però, essere conseguiti anche a costi ragionevoli e con una semplificazione per i beneficiari e l’amministrazione, con particolare attenzione ai costi amministrativi e all’uso di strumenti digitali e satelliti. Gli Stati membri condivideranno con la Commissione, nel quadro della relazione annuale sui risultati, i dati aggregati a livello nazionali, offrendo una panoramica del livello di attuazione del piano strategico a livello nazionale. Inoltre, per consentire una completa valutazione della PAC, gli Stati forniranno informazioni approfondite relative ai dati sugli interventi del beneficiario, per ciascuno dei pagamenti della PAC effettuati; i dati sui beneficiari, con le caratteristiche specifiche di questi, compreso il loro genere, l’ubicazione dell’azienda agricola nonché le pratiche agricole che attuano; dati sugli interventi settoriali, con informazioni amministrative sull’organizzazione dei produttori, se del caso, e informazioni dettagliate su interventi effettuati in specifici settori come quello ortofrutticolo, vinicolo o dell’apicoltura; dati sui progetti del partenariato europeo per l’innovazione sostenuti dalla PAC e dati sui gruppi di azione locali (GAL) e le attività finanziarie nell’ambito di “LEADER”. Questi dati, oltre a valutare il contributo della PAC ai suoi dieci obiettivi specifici, saranno utilizzati anche per preparare la prossima Politica Agricola Comune e per rispondere a diverse raccomandazioni della Corte dei Conti Europea.

Commissione

La Commissione si prepara a bandire dal mercato i prodotti ottenuti con il lavoro forzato

Il 14 settembre, la Commissione ha proposto di vietare sul mercato dell’Unione i prodotti ottenuti con il lavoro forzato. La proposta non si limita a determinati settori o prodotti, ma riguarderà l’intera produzione di prodotti ottenuti nell’UE destinati al consumo interno e alle esportazioni, nonché i beni importati. La proposta si basa su definizioni e norme concordate a livello internazionale e sottolinea l’importanza di una stretta cooperazione con i partner globali. Pertanto, a seguito di un’indagine le autorità nazionali avranno la facoltà di ritirare dal mercato dell’UE i prodotti ottenuti con il lavoro forzato, mentre le autorità doganali individueranno e bloccheranno alle frontiere dell’UE i prodotti frutto di sfruttamento del lavoro. Durante l’intero processo, le autorità competenti applicheranno i principi di valutazione basati sul rischio e di proporzionalità. Su tale base verrà data particolare attenzione alle piccole e medie imprese, le quali saranno agevolate dall’impostazione specifica della misura. Infatti, le autorità, prima di avviare un’indagine formale, considereranno le dimensioni e le risorse degli operatori economici interessati e l’entità del rischio di lavoro forzato. Le PMI, inoltre, beneficeranno di strumenti di sostegno. La proposta deve ora essere discussa e approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea prima di poter entrare in vigore, e si applicherà a decorrere da 24 mesi dalla data di entrata in vigore.

BIOLOGICO

Commissione

Comunicazione della Commissione sull’applicazione delle norme relative ai controlli sulle importazioni

La Comunicazione della Commissione Europea del 21 settembre fornisce domande e risposte sull’applicazione delle norme dell’UE relative ai controlli sulle importazioni di prodotti da paesi terzi, destinati a essere immessi sul mercato dell’UE come prodotti biologici o prodotti in conversione. Per quanto attiene alle norme comuni, tra le risposte fornite alcune riguardano la delega dei compiti riguardanti i controlli ufficiali a organismi di controllo, la designazione di più di una autorità competente per i controlli sulle importazioni dei prodotti biologici, la notifica di arrivo preventiva, l’autorità competente per la vidimazione del COI, i regimi doganali applicabili e il luogo di seconda verifica. Inoltre, specifiche risposte attengono all’ambito di applicazione dei requisiti di certificazione secondo le norme in materia di produzione biologica, applicabilità ai controlli sulle importazioni di prodotti biologici del titolo II, capo IV «Campionamento, analisi, prove e diagnosi» dell’OCR e il riferimento al COI nella dichiarazione in dogana. Ulteriori delucidazioni riguardano i prodotti biologici e prodotti in conversione soggetti a controlli ufficiali ai posti di controllo frontalieri, in particolare per quanto attiene alle categorie di prodotti soggetti a controlli ufficiali ai posti di controllo frontalieri identificati dai rispettivi codici NC e alla designazione ed elenco dei posti di controllo frontalieri.

Commissione

Adottate due direttive di esecuzione relative ad una deroga per le varietà biologiche delle specie di ortaggi e di piante agricole adatte alla produzione biologica

La Commissione ha adottato la Direttiva di esecuzione (UE) 2022/1648 che modifica la Direttiva 2003/91/CE per quanto riguarda una deroga per le varietà biologiche delle specie di ortaggi adatte alla produzione biologica. La modifica dell’articolo 1, paragrafo 2, prevede una deroga all’elenco delle specie conformi alle condizioni fissate nei “Protocolli per l’esecuzione dell’esame della differenziabilità, dell’omogeneità e della stabilità” per quanto riguarda l’omogeneità, stabilendo, pertanto, che possono essere conformi alle condizioni elencate nella parte B dell’Allegato III anche le varietà biologiche adatte alla produzione biologica che appartengono alle specie elencate nell’allegato III. Anche la Direttiva di esecuzione 2022/1647 che modifica la Direttiva 2003/90/CE per quanto riguarda una deroga per le varietà biologiche delle specie di piante agricole adatte alla produzione biologica, apporta una modifica relativa all’omogeneità, per le varietà biologiche che possono essere conformi alle condizioni elencate nella parte B dell’Allegato IV. In entrambi i casi, gli Stati membri devono riferire alla Commissione e agli altri Stati membri, entro il 31 dicembre di ogni anno e fino al 31 dicembre 2030, in merito al numero di domanda di registrazione delle varietà e ai risultati degli esami di differenziabilità, omogeneità e stabilità (DUS) concernenti tali varietà biologiche. Gli Stati membri dovranno, inoltre, recepire la disposizione entro il 30 giugno 2023, adottando e pubblicando la pertinente disposizione nazionale.

AMBIENTE

 Parlamento

Emendamenti della ComENVI al progetto di relazione “Cicli del carbonio sostenibili”

Il 29 agosto, i membri della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) hanno presentato alcuni emendamenti al Progetto di relazione “Cicli del carbonio sostenibili”, presentato dal Relatore Alexander Bernhuber. L’iniziativa legislativa, che si inserisce nell’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050, definisce le azioni a breve termine per favorire il carbon farming, riducendo la dipendenza dal carbonio, il riciclo di quello proveniente da flussi di rifiuti e potenziando le soluzioni per il suo assorbimento. Alcune proposte di emendamento presentate al testo riguardano il settore dell’allevamento e richiedono una sostanziale riduzione delle emissioni di gas serra, in particolare delle emissioni di metano del bestiame. Tra queste, nei considerando è stato inserito il principio relativo alla necessità di una drastica riduzione dell’attuale uso di energia da fonti fossili di almeno il 95% e di ridurre tutte le emissioni di gas a effetto serra, in particolare quelle generate dal bestiame e dai rifiuti alimentari, al fine di conseguire l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra in tutti i settori economici entro il 2050.  Un nuovo considerando è dedicato, invece, alle emissioni di metano prodotte dall’agricoltura, ritenute costituenti una parte del ciclo del carbonio biogenico, considerato 80 volte più potente del biossido di carbonio, e una fonte rilevante di ozono troposferico e, perciò, determinanti per le ripercussioni sulla qualità dell’aria, sulla salute umana e vegetale nonché sul contributo significativo al cambiamento climatico e al riscaldamento globale. Inoltre, l’emendamento 63 richiama, in un altro considerando, le responsabilità del numero di capi di bestiame nelle emissioni agricole, ritenendolo autore di circa il 32% delle emissioni di metano di origine antropica. L’introduzione del paragrafo quater 10, invece, ribadisce che il settore dell’allevamento è responsabile per l’81-86% delle emissioni agricole dell’Europa e che le potenzialità di mitigazione variano notevolmente a seconda dei vari tipi di aziende zootecniche, come quelle praticanti allevamenti intensivi o ad intensità elevata, e dell’ubicazione di queste. Inoltre, l’emendamento richiama le azioni che dovrebbero essere intraprese, quali la riduzione diretta di metano enterico attraverso l’utilizzo di additivi per i mangimi e il miglioramento dell’efficienza in termini di digeribilità, che può essere offerto da una migliore gestione dei mangimi, riducendo le emissioni di protossido di azoto attraverso una gestione efficace del letame, riguardante lo stoccaggio, la lavorazione, la digestione anaerobica e biometano. Altresì, tra le azioni degli agricoltori per aumentare il sequestro del carbonio, vengono individuate come efficienti i pascoli e la gestione dei prati permanenti, la diversificazione degli agrosistemi e l’aumento delle pratiche di produzione biologica. Infine, una previsione volta a sancire il divieto di finanziamenti e incentivi per pratiche agricole e di allevamento con impatti negativi su clima, biodiversità, suolo, acqua e benessere animale è menzionata nel nuovo paragrafo 12 bis, che cita anche un quadro di certificazione e valutazione chiaro e multidimensionale per poter conseguire tali obiettivi. I lavori proseguiranno nelle prossime settimane in seno alla Commissione ENVI.

 Commissione

Riesame dell’attuazione delle politiche ambientali

La Commissione Europea ha pubblicato il terzo riesame dell’attuazione delle politiche ambientali (Environmental Implementation Review, EIR), uno strumento fondamentale di comunicazione che sostiene l’applicazione delle norme ambientali e sensibilizza la loro attuazione. Il riesame elabora conclusioni e definisce tendenze comuni a livello dell’UE sulla base di 27 relazioni sui singoli paesi che illustrano lo stato di avanzamento dell’applicazione del diritto ambientale dell’UE. Sono contenute varie informazioni sul livello di protezione della qualità dell’aria, dell’acqua e della natura che i governi dell’UE offrono ai loro cittadini. Inoltre, definisce le azioni prioritarie per migliorare l’attuazione delle politiche ambientali in ciascuno stato membro. In merito all’attuazione della politica sulla biodiversità, la situazione attuale rileva come questa stia diminuendo e che tra gli habitat con le situazioni più precarie vi sono prati seminaturali, torbiere e paludi. Inoltre, grande difficoltà sono affrontate dalle foreste, visto che la maggior parte dei Paesi membri deve ancora velocizzare gli sforzi per attuare completamente Natura 2000. Sul piano dell’acqua, invece, sono lenti i progressi verso il conseguimento di un buono stato dei corpi idrici e addirittura alcuni Stati membri non hanno ancora adottato strumenti necessari ad arginare il problema, quali i piani di gestione dei bacini idrografici. Ulteriore preoccupazione è destata anche dalle norme di attuazione dell’acqua potabile e, nonostante la disponibilità di fondi dell’UE, l’attuazione delle norme in materia di trattamento dei nitrati e delle acque reflue urbane procede lentamente. Sul tema economia circolare, malgrado quasi tutti i Paesi abbiano predisposto strategie e piani d’azione, persistono notevoli differenze tra i tassi di produttività delle risorse e quelli di utilizzo dei materiali circolari. A tal fine, sono necessarie ulteriori azioni per migliorare il potenziale di riciclabilità delle materie plastiche, dei materiali da costruzione e dei prodotti tessili. Fonti di preoccupazione per la salute continuano a pervenire dall’inquinamento atmosferico, mentre dal punto di vista del clima il livello generale di attuazione della legislazione inerente è positivo in tutta l’Unione. Resta fondamentale l’attuazione del pacchetto di misure per conseguire l’obiettivo del -55% stabilito nella normativa sul clima per il 2030 ma, al contempo, occorre intensificare gli sforzi di adattamento in tutti gli Stati membri per fronteggiare l’aumento dell’impatto climatico.

Parlamento

Il Parlamento Europeo ha approvato la posizione finale sul regolamento relativo alla deforestazione

Gli eurodeputati hanno approvato, il 13 settembre, la loro posizione finale sulla proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo alle messe a disposizione sul mercato dell’Unione e all’esportazione dall’Unione di determinate materie prime e determinati prodotti associati alla deforestazione e al degrado forestale. Il Parlamento Europeo, in fase di prima lettura, ha adottato vari emendamenti al testo, in particolare per quanto riguarda l’elenco dei prodotti interessati, inizialmente limitato a 6 prodotti: bovini, cacao, caffè, olio di palma, soia e legno. Infatti, l’ambito di applicazione del regolamento è stato esteso ai prodotti a base di carne, bovina, suina, ovina, caprina e pollame, alla gomma e al granturco. A causa del loro impatto sulla deforestazione globale, questi prodotti importati dovrebbero essere soggetti alle stesse norme previste per quelli ottenuti all’interno dell’Unione Europea, garantendo che, per i prodotti a base di carne, gli animali allevati in Paesi extraUE siano stati nutriti con materie prime o prodotti a deforestazione zero. Dalla lettura degli emendamenti, è emerso che l’ambito di applicazione del sopraccitato regolamento si estende a tutti i prodotti che contengono le materie prime interessate o che sono stati nutriti o realizzati usando tali materie prime, inclusi il carbone di legna e i prodotti di carta stampata. L’introduzione di nuovi prodotti all’elenco potrebbe creare varie difficoltà durante i triloghi, dato che il Consiglio dell’Unione Europea, il 24 giugno, decise di inserire soltanto 6 prodotti. Il relatore vorrebbe raggiungere un accordo con il Consiglio entro la fine del 2022, ma a causa delle posizioni divergenti tra organi dell’UE, tale risultato sembra difficile da raggiungere. Ricordiamo che la nuova iniziativa normativa mira a vietare l’immissione o la messa a disposizione sul mercato dell’Unione, o l’esportazione da questa, di materie prime e prodotti interessati che non siano a deforestazione zero, non siano stati prodotti nel rispetto della legislazione pertinente del paese di produzione e che non siano oggetto di una dichiarazione di dovuta diligenza. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo il consumo di prodotti provenienti dalle catene di approvvigionamento associate alla deforestazione e al degrado forestale e di aumentare la domanda e gli scambi di materie prime e di prodotti legali e a deforestazione zero da parte dell’UE. Tale impegno è stato annunciato per la prima volta nella comunicazione della Commissione del 2019 sull’intensificazione dell’azione dell’UE per proteggere e ripristinare le foreste del pianeta.

Iniziativa dei cittadini per proteggere il patrimonio rurale, la sicurezza e l’approvvigionamento alimentari dell’UE

Un’iniziativa dei cittadini europei per proteggere il patrimonio rurale e la sicurezza e l’approvvigionamento alimentari dell’Unione Europea. È questo l’obiettivo dell’iniziativa con la quale i cittadini chiedono all’Unione Europea di modernizzare i suoi impegni nel settore rurale in considerazione della necessità di una maggiore sicurezza alimentare, dell’approvvigionamento di materiali agricoli e della protezione dello stile di vita rurale, della sua popolazione, dei suoi valori e dei suoi mezzi di sussistenza. Il rinnovato impegno richiesto mira a promuovere il patrimonio regionale, favorire la crescita rurale sostenibile e migliorare il tenore di vita. Per scongiurare l’estinzione di alcune comunità e dei valori fondamentali dell’Europa, è necessario risolvere le criticità derivanti dalle pressioni crescenti sui settori rurali e i loro addetti, nonché dalla riduzione degli incentivi per portare avanti la propria attività. Si richiede, pertanto, un’azione dell’Unione Europea che promuova o favorisca una produzione rurale sostenibile dal punto di vista ambientale di beni, alimenti e altri prodotti agricoli in tutti gli Stati membri. L’iniziativa mira, dunque, a perseguire l’obiettivo che la Commissione presenti una proposta che sia in grado di rafforzare e preservare i patrimoni e le industrie regionali in tutta l’Unione Europea. Questa dovrà stimolare la crescita rurale e promuovere le pratiche e le attività lavorative in tali zone, quali l’agricoltura, l’allevamento, l’orticoltura e la produzione di fibre naturali nell’industria tessile. Inoltre, la proposta dovrà considerare e rispettare le industrie artigianali tradizionali, basate su materiale di origine rurale, e le piccole imprese marginali che forniscono servizi alle aziende agricole di elevate dimensioni. Non per ultimo, dovrà riconoscere e garantire la sicurezza e l’approvvigionamento alimentari e l’importanza di mantenere un solido approvvigionamento alimentare regionale in Europa. Gli altri obiettivi che l’iniziativa intende conseguire riguardano la promozione degli investimenti e del miglioramento del tenore di vita nelle comunità rurali, attraverso lo sviluppo di forme di turismo, di istruzione e industria sostenibili e, altresì, la necessaria consultazione, da parte della Commissione, dei rappresentanti locali e rurali per iniziative green. Per tali motivi, i cittadini europei invitano la Commissione a introdurre per legge l’inclusione della promozione del patrimonio rurale e il riconoscimento della sicurezza e approvvigionamento alimentari nel Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), e l’ampliamento dell’ambito di applicazione della visione a lungo a termine per le zone rurali dell’UE fino al 2040, il patto rurale e il piano d’azione rurale dell’UE.

UCRAINA

Commissione

Approvato un regime di aiuti di Stato dell’Austria a sostegno dei produttori agricoli

La Commissione Europea ha approvato un regime austriaco da 110 milioni di euro per sostenere i produttori agricoli primari nel contesto del conflitto russo-ucraino. Il regime è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo per le crisi in materia di aiuti di Stato. La misura sarà aperta alle imprese agricole di tutte le dimensioni, attive nel settore della produzione primaria, che hanno risentito dell’aumento dei prezzi di energia, fertilizzanti e materie prime. Gli aiuti, di importo limitato, saranno concessi sotto forma di sovvenzioni dirette, calcolando l’importo spettante al beneficiario sulla base del numero di ettari di terreno agricolo. L’aiuto concesso, in linea con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo per le crisi, non supererà i 62mila euro per beneficiario, i quali godranno del sostegno entro e non oltre il 31 dicembre 2022. La Commissione ha approvato il quadro di aiuti in quanto ritenuto necessario, appropriato e proporzionato per porre rimedio a una grave perturbazione economica dello Stato, in linea con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera b) del TFUE e le condizioni stabilite nel quadro temporaneo per le crisi.

CLIMA

Parlamento

Adottate una serie di raccomandazioni a seguito di un’estate di siccità, incendi boschivi e altri fenomeni metereologici estremi

I deputati dell’Unione Europea hanno adottato, il 15 settembre, una risoluzione sull’aumento degli sforzi dell’UE per combattere i cambiamenti climatici. Il dibattitto in plenaria, alla presenza del Commissario per l’Ambiente Virginijus Sinkevičius e della Presidenza Ceca, si è concluso con una votazione di 469 voti a favore, 34 contrari e 44 astensioni. I deputati invitano la Commissione a elaborare una valutazione del rischio climatico a livello dell’Unione Europea e a prestare particolare attenzione ai rischi di siccità, incendi boschivi e minacce per la salute. Sul tema agricoltura, invitano la Commissione ad effettuare una valutazione completa delle ripercussioni che il protrarsi della siccità comporta per la produzione alimentare europeo e l’approvvigionamento alimentare della popolazione rurale, nonché a valutare misure correttive e di sostegno che possano essere adottate per garantire che i produttori primari, la cui produzione ha subito perdite a causa del caldo e della siccità, riescano tempestivamente ad avviare nuovi cicli di produzione dell’approvvigionamento alimentare essenziale. Inoltre, la risoluzione sottolinea l’importanza di superare misure a breve termine e l’attenuazione dell’attuale crisi, adattando i sistemi alimentari al fine di renderli più resilienti a lungo termine e invita l’UE e gli Stati membri a investire nella ricerca e nell’innovazione per facilitare l’introduzione di varietà e pratiche più resistenti alla siccità e ai cambiamenti climatici. La Commissione viene esortata, inoltre, a garantire che i piani strategici nazionali della PAC siano attuati al fine di rendere l’agricoltura maggiormente efficiente sotto il profilo idrico. Altresì, invita l’UE e gli Stati membri ad aumentare la quota del sostegno agricolo destinato alla prevenzione e alla gestione dei rischi in agricoltura e a considerare la possibilità di estendere il ricorso ai regimi pubblici di assicurazione per il clima. Inoltre, si richiede l’individuazione di risorse finanziarie per aiutare le aziende agricole a compensare le perdite derivanti dai danni provocati da siccità e altri eventi conseguenti all’emergenza climatica e a garantire che tale crisi non si concluda con la chiusura definitiva delle aziende agricole. Invito rivolto anche alla priorità da assegnare alla creazione di riserve tampone di mangimi e alimenti strategici e ad affrontare tale problema a livello internazionale, perseguendo la creazione di uno stoccaggio alimentare come strumento di stabilizzazione. Ritenuto fondamentale anche l’incoraggiamento, da parte degli Stati membri, a investire nell’irrigazione che comporta risparmi idrici e sostenere l’introduzione di sistemi di irrigazione che non utilizzano acque superficiali o sotterranee, come lo stoccaggio delle acque piovane e il riciclaggio delle acque reflue. Un ruolo positivo è riconosciuto, invece, all’agroecologia, all’agroforestazione e ai sistemi di produzione biologica, ritenute in grado di migliorare la resilienza delle imprese agricole attraverso la riduzione dei fattori di produzione e la diversificazione della produzione, ripartendo dunque i rischi e, di conseguenza, evitando una perdita totale delle colture. Inoltre, viene evidenziata la necessità di una rapida attuazione della strategia “Farm to Fork” e della strategia sulla “Biodiversità”, in modo da conseguire l’obiettivo di un settore agricolo più verde e sostenibile e mantenendo il forte impegno a favore del Green Deal. Infine, la raccomandazione contiene un riferimento alla responsabilità degli agricoltori di mantenere il suolo e le risorse idriche in buone condizioni, nonché la necessità di aumentare le pratiche di sequestro del carbonio nei suoli agricoli e il conseguente invito, indirizzato agli Stati membri e alla Commissione, di promuovere tali pratiche attraverso nuovi regimi ecologici e lo sviluppo del sequestro del carbonio nei suoli agricoli.

Parlamento

La ComAGRI presenta il progetto di parere sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili

La Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale ha presentato il progetto di parere, la cui relatrice è Elsi Katainen, destinato alla Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia, sulla proposta di direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio che modifica la direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili, la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica. La relatrice, nel suo progetto, ritiene debba essere incentivata la produzione di energia da fonti rinnovabili nelle aree adiacenti ai siti agricoli e alle aziende agricole e propone, pertanto, che tali aree siano coperte dalle zone di riferimento. Inoltre, sostiene che alla produzione alimentare dovrebbe sempre essere assegnata la priorità rispetto alla produzione di energia, evidenziando il bisogno di utilizzare meglio i flussi secondari della produzione agricola. Per tali motivi, il progetto esorta gli Stati membri e l’Unione Europea ad accelerare l’introduzione dell’energia solare nel modo più efficiente possibile, offrendo nuovi modelli commerciali agli agricoltori e, a lungo termine, ridurre i costi energetici nelle zone rurali e nei siti agricoli. Inoltre, dal testo emerge la necessità di accelerare le procedure di autorizzazione e di ridurre gli oneri burocratici, in particolare nelle zone rurali, dove spesso risiedono operatori più piccoli e con meno risorse. Infine, la proposta ritiene maggiormente corretto ed efficace un sistema che, anziché imporre obblighi, incentivi e promuova la creazione di sistemi di energia solare attraverso regimi di sostegno.

Parlamento

La ComAGRI presenta il progetto di parere su inserimento di capitoli dedicati al piano REPowerEU nei piani per la ripresa e la resilienza

La Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale ha presentato, tramite il suo Relatore Peter Jahr, il progetto di parere, destinato alla Commissione per i problemi economici e monetari e alla Commissione per i Bilanci, sulla proposta di Regolamento che modifica il Regolamento (UE) 2021/241 per quanto riguarda l’inserimento di capitoli dedicati al piano REPowerEU nei piani per la ripresa e la resilienza e che modifica il regolamento (UE) 2021/1060, il regolamento (UE) 2021/2115, la direttiva 2003/87/CE e la decisione (UE) 2015/1814. Nello specifico, la ComAGRI invita le commissioni sopraccitate a prendere in considerazione alcuni emendamenti, tra cui la soppressione del considerando 18, che prevede la modifica del Regolamento (UE) 2021/2115 per consentire di eseguire fino al 12,5% del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, eliminando tale previsione anche nel considerando 20 del testo della Commissione. Ulteriore richiesta prevista dagli emendamenti della ComAGRI riguarda la soppressione dell’articolo 1, punto 6 che recita “Le risorse assegnate a norma dell’articolo 81 bis del regolamento (UE) 2021/2115 sostengono le misure di cui all’articolo 21 quater, paragrafo 1, lettera b), del presente regolamento per gli investimenti nelle aziende agricole a favore degli agricoltori o dei gruppi di agricoltori, in particolare per contribuire a ridurre l’uso di fertilizzanti di sintesi, aumentare la produzione di energia rinnovabile e biometano sostenibile e promuovere l’efficienza energetica”.

Progetto di parere della ComAGRI sulle proposte del Parlamento Europeo relative alla modifica dei trattati

Il progetto di parere della ComAGRi invita la Commissione per gli affari costituzionali, competente per il merito sulle proposte relative alla modifica dei trattati, a includere nella proposta di risoluzione alcuni suggerimenti, in considerazione del ruolo centrale della PAC per lo sviluppo delle zone rurali, i cui obiettivi sono rimasti invariati negli ultimi sessant’anni nonostante i profondi cambiamenti della società, e dell’impatto sull’agricoltura e sulle zone rurali delle proposte e misure adottate, ritenendo pertanto di adattare gli attuali obiettivi della PAC di cui al TFUE ai fini di una maggiore sostenibilità sociale, economica e ambientale. Si propone, dunque, di modificare l’articolo 39 del TFUE introducendo tra le finalità della politica agricola comune anche la garanzia dell’autosufficienza agricola, sviluppando un impiego sostenibile dei fattori di produzione, nonché la salvaguardia degli ecosistemi agricoli e di assicurare un’agricoltura socialmente sostenibile, promuovendo condizioni di lavoro e di occupazione dignitose. Al punto 2 del medesimo articolo, la proposta della ComAGRI prevede che, nell’elaborazione della PAC e dei metodi speciali che questa può implicare, si dovrà considerare la necessità di operare gradatamente gli opportuni adattamenti onde garantire una transizione giusta.

PUBBLICAZIONI IG

Croazia

Richiesta di registrazione della DOP “Dalmatinska janjetina

Approvazione di una modifica minore al disciplinare della DOP “Korčulansko Maslinovo Ulje

Austria

Richiesta di una modifica non minore al disciplinare dell’IGP “Steirisches Kürbiskernöl

Italia

Registrazione dell’IGP “Finocchio di Isola Capo Rizzuto

Richiesta di una modifica non minore al disciplinare della DOP “Miele della Lunigiana

Richiesta di una modifica non minore al disciplinare dell’IGP “Pitina

Richiesta di registrazione dell’IGP “Ciliegia di Bracigliano

Richiesta di una modifica non minore al disciplinare della DOP “Pane Toscano

Spagna

Richiesta di registrazione della DOP “Nuez de Pedroso

Registrazione della DOP “Alubia de Anguiano

Approvazione di una modifica minore al disciplinare dell’IGP “Pan de Alfacar

Approvazione di una modifica minore al disciplinare dell’IGP “Plátano de Canarias

Richiesta di una modifica non minore al disciplinare dell’IGP “Pa de Pagès Català

 Ungheria

Registrazione dell’IGP “Nagykörűi ropogós cseresznye

Richiesta di registrazione dell’IGP “Keleméri bárányhús

Francia

Approvazione di una modifica minore al disciplinare della DOP “Rigotte de Condrieu

Registrazione dell’IGP “Agneau de lait des Pyrénées

Approvazione di una modifica non minore al disciplinare della DOP “Beurre Charentes-Poitou/Beurre des Charentes/Beurre des Deux-Sèvres

Richiesta di una modifica non minore al disciplinare della DOP “Salers

Richiesta di registrazione della DOP “Châtaigne des Cévennes

 Germania

Richiesta di una modifica non minore al disciplinare dell’IGP “Hofer Rindfleischwurst

Portogallo

Registrazione dell’IGP “Marmelada Branca de Odivelas

Approvazione di una modifica non minore al disciplinare della DOP “Carne Arouquesa

Islanda

Richiesta di registrazione della DOP “Íslenskt lambakjöt

 Slovacchia

Registrazione della DOP “Bardejovský Med/Med z Bardejova

 Grecia

Registrazione dell’IGP “Arnaki Limnou

 IG EXTRA UE

Georgia

Richiesta di registrazione dell’Indicazione Geografica “Ninotsminda Taphli

DA LEGGERE

Indice FAO dei prezzi alimentari di settembre: l’Indice FAO dei prezzi alimentari (FFPI) di settembre ha rilevato una media di 136,3 punti, con un calo di 1,5 punti (1,1%) rispetto ad agosto, segnando il sesto calo mensile consecutivo. Il calo del FFPI è dovuto ad un forte calo dei prezzi internazionali di oli vegetali e da moderate diminuzioni di quello dello zucchero, della carne e dei prodotti lattiero-caseari. Nonostante questo calo, l’Indice è rimasto di 7,2 punti (5,5%) al di sopra del valore di agosto 2021.

https://www.fao.org/worldfoodsituation/foodpricesindex/en/

Pubblicato il rapporto della FAO “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo”: è stato pubblicato il rapporto della FAO su “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo”, al fine di rimodulare le politiche alimentari e agricole per rendere le diete sane più accessibili. Dal rapporto emergono i passi indietro che il mondo sta facendo per porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e alla malnutrizione in tutte le sue forme, nonostante manchino soltanto 8 anni al 2030, rendendo più complicato il raggiungimento degli obiettivi Sustainable Development Goals (SDG).

https://www.fao.org/documents/card/en/c/cc0639en

Monitoraggio del commercio agroalimentare dell’UE: gli scambi agroalimentari dell’UE hanno raggiunto un valore complessivo di 34,9 miliardi di euro nel maggio 2022, con un aumento dell’11% mensile e un aumento del 32% rispetto al maggio dello scorso anno. Ciò è stato determinato in gran parte dall’aumento dei prezzi delle materie prime. Le esportazioni sono state valutate in 19,4 miliardi di euro, riflettendo una crescita dell’8% mensile e del 21% rispetto a maggio 2021. Le importazioni, invece, hanno raggiunto un valore di 15,6 miliardi di euro, con un incremento del 15% rispetto ad aprile e del 48% in più rispetto a maggio 2021.

https://agriculture.ec.europa.eu/news/eu-agri-food-trade-continues-adapt-global-commodity-price-surge-2022-09-06_it?etrans=it

Eurobarometro dell’EFSA sulla sicurezza alimentare nell’UE: l’indagine speciale Eurobarometro 2022 sulla sicurezza alimentare, commissionato dall’EFSA, esamina le percezioni e gli atteggiamenti degli europei nei confronti della sicurezza alimentare e fornisce vari approfondimenti su tematiche relative alla food security.

https://www.efsa.europa.eu/it/corporate/pub/eurobarometer22?etrans=it

Report sull’Indagine nazionale sulla dieta della popolazione italiana adulta: si tratta della relazione scientifica finale effettuata dal CREA, nell’ambito di un contratto con l’EFSA e del relativo piano “Support to National Dietary Surveys in Compliance with the EU Menu methodology – fourth support”. Lo studio mira a descrivere le attività svolte per progettare, preparare, testare e attuare l’indagine nazionale sul consumo alimentare su individui italiani dai 10 ai 74 anni.

https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.2903/sp.efsa.2022.EN-7559

Prospettive di mercato a breve termine: il rapporto sulle prospettive di mercato a breve termine si basa, per l’edizione autunno 2022, sulle sfide derivanti dal caldo record dell’estate, dall’impatto dell’invasione russa sui prezzi dell’energia e dall’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari.

https://agriculture.ec.europa.eu/data-and-analysis/markets/outlook/short-term_en